In un momento di crisi senza precedenti, in cui un terzo dei sardi sono sull’orlo della povertà di non ritorno non voglio tornare sul perché ci troviamo in questa situazione, di chi è la colpa, quali sono i danni e soprattutto le vittime che sono perite in questa guerra al contrario. Non ho tempo tanto meno la voglia di perdere tempo a fare lo storico della crisi.
Rimane il fatto, incontestabile, che la crisi ha segnato profondamente la nostra Isola negli aspetti più intimi e devastanti. Ha ucciso la speranza di poter rialzare la testa: non sembra più possibile riuscire a trovare lo sbocco da un tunnel secolare dove la rassegnazione è diventata parte del paesaggio, come il mare e le campagne, e noi pecore di contorno.
Il danno è enorme e culturale. Una regione che da generazioni vede la propria terra motivo di orgoglio ma non di reddito, oggetto…
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Un post realistico, è così bisogna cambiare, prima tutti noi e poi liberarci di quelli in alto che ci hanno portato a questo punto.
Non posso non condividere ogni parola di questo post per la Sardegna in primis,terra a cui appartiene un pezzo del mio cuore ,ma per tutta l’Italia !
Grazie…e dobbiamo ringraziare Insopportabile e le sue parole…sarebbe bello, sarebbe, troppi condizionali, riescono a far diventare ogni cosa un imperativo…forse, Grazie!